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CANINO - IL MALE OLTRE LA SIEPE

  • Immagine del redattore: sarabaraccani91
    sarabaraccani91
  • 11 giu
  • Tempo di lettura: 4 min
Dogtooth

Titolo: Canino

Anno: 2020

Regia: Yorgos Lanthimos

Tipologia: Drammatico

Trama: una coppia tiene reclusi i propri figli in una villa. L’unica persona della famiglia a condurre una vita al di fuori della casa è il padre dei ragazzi. Affinché questi non si avventurino all’esterno viene intessuta una fitta rete di menzogne che comincia a cadere nel momento in cui viene introdotta nell’abitazione Christine, una persona esterna al nucleo e a contatto con la società.

 

Un “mare” è una poltrona di pelle con braccioli di legno come quella che c'è in soggiorno. Esempio: “Non rimanere in piedi, siediti sul mare e chiacchiera un po' con me.”

La pellicola di Lanthimos si apre con una voce fuori campo che legge la frase qui sopra riportata nella quale il “mare” diventa una “poltrona di pelle”. È il primo di una serie di espedienti che i due genitori protagonisti inventano per far sì che i figli non scoprano cosa esiste al di fuori della loro villa e vi si avventurino.

Vocaboli e termini che fanno riferimento al mondo esterno vengono quindi ri-definiti dalla madre ed associati ad elementi interni alla casa.

Gli oggetti di uso quotidiano, compresa l’acqua, vengono recuperati dal padre ma privati delle etichette onde evitare qualsiasi collegamento con “il fuori”; per lo stesso motivo la tecnologia non è impiegata o è celata, le canzoni straniere vengono tradotte diventando un inno alla vita in casa e così via.

 

I genitori del film “Canino” sono profondamente preoccupati che i figli possano crescere nel modo “sbagliato” ed essere vittime di possibili catastrofi e per questo i ragazzi vengono isolati ed educati a rispettare il padre, il quale assume anche il ruolo di padrone/addestratore.

Potreste aver fatto un parallelo tra l’addestramento del cane Rex che il padre vorrebbe portare all’interno della villa (si noti che l’animale è l’unico ad avere un nome proprio in tutta la pellicola) ed i ragazzi, i quali vengono educati attraverso un sistema di regole rigide, di premi e punizioni.

 

Se paragoniamo il processo descritto dalla pellicola alla vita reale, quella rappresentata è l’estremizzazione di un fenomeno che possiamo ritrovare in numerose realtà familiari.

I genitori che desiderano proteggere i propri figli dai pericoli del mondo esterno possono tentare di celarli.

In passato si evitava in maniera massiva di esporre ai figli questioni legate alla sessualità, per esempio. Il tutto con conseguenze anche gravi (malattie, gravidanze indesiderate ecc.).

Senza allontanarci troppo dal contesto odierno, attualmente sono pochi i genitori che se la sentono di spiegare ai propri figli il concetto di “morte” e che chiedono aiuto per informare i bambini di un lutto famigliare per la preoccupazione di poterli traumatizzare.

Questo stesso tipo di pensiero, alla cui base c’è un bisogno di protezione e di riduzione dell’ansia genitoriale, è portato sullo schermo all'ennesima potenza da Lanthimos.

 

Se in una realtà sana vi è un equilibrio tra accudimento genitoriale ed esplorazione dell’ambiente da parte dei figli, esistono realtà in cui questo non avviene e persone su cui l’iperprotezione o, viceversa, la trascuratezza genitoriale hanno causato notevoli disagi.

 

APPROFONDIMENTO

Un antico detto latino recita: “In medio stat virtus” o letteralmente, “la virtù sta nel mezzo.”

Le conseguenze di un iper accudimento (spesso originate da vissuti d’ansia e preoccupazione eccessivi genitoriali) o della trascuratezza dei figli possono avere esiti molto gravi sulla vita di questi ultimi.

La strada più consona da seguire è stata descritta dallo psicologo Bowlby il quale notò che, a diversi stili di comportamento dei genitori corrispondevano altrettanti stili di attaccamento nei bambini.

Lo stile di attaccamento ottimale è quello sicuro, nel quale il bambino vede l’adulto come figura di riferimento ma riesce a separarsene per poter esplorare l’ambiente.

Questo attaccamento deriva da un comportamento genitoriale autorevole, che fissa le regole (alcune in modo rigido, altre più flessibili) e permette al figlio di allontanarsi, sbagliare, cadere, per poi rielaborare l’accaduto, trasmettendogli fiducia nelle sue capacità.

Nell'iper accudimento il genitore si sostituisce al figlio in tutto, gli cela ciò che potrebbe farlo soffrire non preparandolo di fatto a costruirsi un repertorio di competenze per gestire gli eventi stressanti della vita.

L’esplorazione nel bambino, nel ragazzo e nell’adulto è infatti un modo per fare esperienza del mondo ed acquisire abilità di fronteggiamento delle difficoltà.

Se la persona non fa esperienza non impara.

Non sentendosi capace di agire e controllare ciò che gli succede o che potrebbe succedergli, vive forti stati d’ansia e si sente dipendente dall’altro.

La conseguenza estrema di questo comportamento potrebbe essere l’evoluzione di un disturbo dipendente di personalità.

Le spiego meglio. Una cane è come l’argilla e il nostro compito qui è cercare di plasmarlo. Un cane può essere molto vivace, può essere aggressivo o codardo oppure mansueto, servono tanto impegno pazienza e cura da parte nostra. Il suo, come ogni altro cane, si aspetta che noi gli insegniamo come comportarsi. Quello che dobbiamo fare ora è capire come vogliamo che il suo cane si comporti. Vogliamo solo una animale un amico o un compagno o vogliamo un cane da guardia che rispetti il suo padrone e che gli obbedisca ciecamente. Capisce?

Dogtooth

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