MELANCHOLIA - QUANDO PENSI CHE UN MONDO TI CROLLI ADDOSSO
- sarabaraccani91
- 11 apr
- Tempo di lettura: 3 min

Titolo: Melancholia
Anno: 2011
Regia: Lars Von Trier
Tipologia: Drammatico
Trama: Justine e Claire sono due sorelle molto diverse tra loro che si ritrovano ad affrontare la medesima catastrofe: un pianeta si sta avvicinando pericolosamente alla Terra minacciandone la distruzione.
Il film inizia svelando subito come andrà a finire: la Terra sarà distrutta dalla collisione con il pianeta Melancholia.
Proprio come uno dei pensieri tipici della persona che soffre di depressione, Lars Von Trier ci regala un pensiero catastrofico fin dall’inizio: “Non c’è più niente da fare”.
Nonostante questa consapevolezza dello spettatore, il regista riesce a fargli assaporare ogni singolo passo verso il senso di impotenza e l’accettazione degli eventi.
I rimandi alla depressione contenuti nell’opera sono numerosissimi.
Justine, protagonista del primo capitolo del lungometraggio, ne soffre e viene accudita da Claire, la sorella maggiore. Il cibo per lei è tutto amaro, fatica a muoversi come se fosse trascinata a terra da una forza soprannaturale.
Ofelia, personaggio dell’opera di Shakespeare che dispera per l’abbandono da parte dell’amato e la morte del padre, è citata esplicitamente attraverso la locandina stessa e chiari rimandi all’interno di scene del film.
Melancholia è un riferimento al termine “melancolia”, usato in passato per definire un insieme di sintomi paragonabili a quelli depressivi. Oltre ad essere il titolo del film è anche il nome del pianeta che sta per abbattersi sulla Terra e che è in procinto di distruggere ogni forma di vita (e di speranza) impattando con forza contro di loro.
Tra le due sorelle Justine è quella che sembra essere più preparata all’inevitabile e che, ad un passo dalla fine, rassicura il nipote. A differenza degli altri adulti della famiglia, accetta la situazione con una serenità d’animo che non è apparente: è la calma che accompagna la consapevolezza della fine della sofferenza.
Lars Von Trier ci guida nel processo di elaborazione dei pensieri dei personaggi permettendoci di immergerci fotogramma dopo fotogramma nel loro stato d’animo. L’accuratezza del dettaglio e la sensibilità con cui il regista trasmette le sensazioni di disperazione testimoniano la sua esperienza diretta della malattia.
APPROFONDIMENTO
Soffrire di depressione è come sentire che il mondo ci sta cadendo addosso. Da molti è descritto come un dolore costante, che non dà tregua al quale si pensa non vi sia soluzione se non la fine della vita.
Se almeno una volta nell’esistenza di ognuno passa per la mente la domanda “come sarebbe farla finita?”, per la persona con depressione è un pensiero costante, l’unica risposta alla perdita di ogni speranza, al senso di profonda incapacità di migliorare la propria condizione, all’impotenza.
Questo modo di vedere se stessi, gli altri e il mondo intorno, deriva in parte dalla genetica, dalle esperienze che una persona fa e da squilibri neurochimici di sostanze contenute a livello cerebrale chiamate neurotrasmettitori quali la serotonina e la noradrenalina.
Esistono ormai numerose evidenze scientifiche dell’efficacia della terapia farmacologica e psicologica nel risolvere stati depressivi acuti e prevenire possibili ricadute.
CURIOSITÀ
Il termine “melancolia” deriva dal greco μέλας, "nero", e χολή, "bile".
Ippocrate, nel V secolo a.C. teorizzò che la salute dell’organismo derivasse dall’equilibrio di quattro sostanze, tra le quali la bile nera, (non a caso associata alla terra ed alle stagioni invernali). Una predominanza di una di queste, sempre secondo la teoria umorale, avrebbe invece portato ad una malattia.
“L'unica cosa che so è che la vita sulla Terra è cattiva!”
Comments